Cosa c’è da sapere sulla piastra per capelli

Le piastre per capelli sono uno strumento di salvezza per le donne che all’ultimo minuto vogliono ottenere una piega perfetta per i propri capelli. La piastra permette di lavorare il capello direttamente da casa, senza dover ricorrere all’aiuto del parrucchiere.

Che si utilizzata su capelli mossi o ricci per ottenere una stiratura o che sia usata su un capello già liscio, l’aiuto della piastra è indispensabile per ottenere una piega perfetta e duratura. Applicata dopo la messa in piega, la piastra aiuta a fissare la pettinatura. In questo modo i capelli saranno sempre perfetti anche in condizioni di vento o umidità.

Oggi sono disponibili in commercio diversi tipi di piastre per capelli. Alcune sono utilizzate per la stiratura del capello, altre, invece, sono utilizzate per l’arricciatura o per creare un effetto ondulato. È possibile trovare piastre che svolgono insieme la funzione lisciante e quella ondulante.

Come funziona

La piastra per capelli è solitamente applicata su di un capello già asciutto per fissare la piega. Alcune piastre per capelli sono studiate per essere utilizzate direttamente sul capello bagnato, senza che ci sia bisogno di fare prima una messa in piega. Questo permette sicuramente di risparmiare molto tempo.

Esistono anche le piastre a vapore che donano lucentezza e morbidezza ai capelli. In una piastra bisogna guardare innanzitutto al materiale con cui è stata prodotta. Le prime piastre per capelli erano molto spesse e pesanti . Avevano tre piastre intercambiabili per avere un effetto liscio, mosso o frisé.

Già da alcuni anni si è passato all’utilizzo di piastre in ceramica, le quali agiscono con più delicatezza sul capello, assicurando comunque una piega a lunga durata. A seconda della larghezza della piastra si distinguono quelle adatte solo ed esclusivamente alla stiratura, da quelle che invece avendo una piastra più sottile possono essere utilizzate per creare l’effetto ondulato.

Cosa tenere in considerazione

È possibile acquistare anche piastre in ceramica che oltre alla normale funzione base che hanno tutte le piastre, rilasciano ioni. In questo modo l’azione della piastra è ancora più delicata sul capello evitando che si brucino o si spezzino. Oltre al trattamento con gli ioni, ci sono anche piastre che prevedono un trattamento alla keratina che rafforza il capello e ne favorisce la ricrescita. La piastra in ceramica è sicuramente attualmente la più diffusa.

Sono disponibili in commercio anche piastre che sono costituite da altri materiali. Ci sono le piastre in titanio e quelle in tomalina. Queste piastre sono ancora più delicate sul capello in quanto permettono una migliore distribuzione del calore. Sono particolarmente indicate per capelli rovinati da precedenti trattamenti come stirature o tinture.

Di una piastra bisogna quindi guardare: Al materiale della piastra, che sia ceramica, teflon o tomina, Alla dimensione, a seconda che si voglia una piastra ad effetto solo lisciante o anche ondulante, La temperatura, è importante che la temperatura sia regolabile. Ciascun tipo di capello è diverso dagli altri. Ci sono quelli che non necessitano di grandi sforzi per essere domati e quelli invece che richiedono l’utilizzo di una temperatura più alta per poter essere gestiti.

Lo spillatore di birra professionale

spillatore di birra professionale

Tra le grandi soddisfazioni della vita, è indiscutibile che un buon bicchiere di birra fresco appena spillato sia tra uno dei piaceri, soprattutto dopo una giornata calda di lavoro. La birra rappresenta anche un ottimo nutriente, ricco di sostanze naturali, i cereali, che hanno ottime proprietà nutritive, quindi qualche birra alla settimana non fa sicuramente male. Quindi ci rechiamo nel nostro bar preferito, e chiediamo un bicchiere di quella birra, la nostra preferita, bella fresca e appena spillata. Forse però, pochi sanno come avviene la spellatura della birra e in che modo la birra riesce ad uscire con la classica schiumata bianca.

Solitamente, la birra arriva in grandi fusti, e riesce ad uscire per mezzo della pressione esercitata da un cilindro, che contiene biossido di carbonio oppure azoto, che esercita l famosa pressione, grazie al,a quale la birra riesce ad essere spillata, e deve estere spillata con attenzione. Il bicchiere non andrebbe tenuto dritto, ma inclinato, e questo per favorire l’entrata di birra e non schiuma nel bicchiere, e tutte le volte che si cambia il fusto, la pressione iniziale farà uscire solo schiuma, la stessa cosa quando la birra sta finendo nel barile. Capita anche di avere dei fusti di birra che sono utilizzati durante le feste, e che quindi hanno bisogno di ave uno spillatore diretto, si utilizza in questi caso uno spillatore a beccuccio, che può essere inserito direttamente nel barile e che consente di versare la birra direttamente dai fusti, si tratta di spillatore ideati per feste, eventi e picnic.

Discorso diverso, per quanto riguarda le birre servire nei bar o nei pub, anche perché solitamente i fusti vengono posti lontano da dove si serve la birra, si inserisce una pompe che aziona la pressione dalla quale poi la birra viene spillata fresca. Ci sono ancora dei bar o dei pub, soprattutto nel Regno Unito che utilizza un metodo antico per spillare, chiamato tall fount, caratterizzata dalla presenza di rubinetti per fusti, anche se la birra viene spillata tramite la pressione che genera un motore ad acqua, e non un gas artificiale.

Più generalmente nei bar, troviamo i rubinetti a collo di cigno, quelli curvi, insieme ad uno sparkler, che aiuta ad aggiungere aria alla birra, regalandole quella sua caratteristica spumosità. Ancora, i tradizionalisti inglesi, dalla loro non amano il collo a cigno, per spillare la birra, ma preferiscono il vecchio metodo tall fount.

Cosa sono le Clip?

Il tutto si conclude con i nomi posti sul collo di cigno, per segnare la birra e i suoi gradi, in maniera da semplificarne l’identificazione, e queste sono chiamate Clip. E sembra che con la birra, più che con il vino, si te da a creare le clip con enorme creatività. Le clip della birra possono essere realizzate in materiali diversi, legno, ceramica, acciaio, e metallo, e la stessa cosa vale per le raffigurazioni, le clip delle birre sono tra le più fantasiose di tutti i drink.

Expo o non Expo questo è il dilemma

Expo o non Expo questo e il dilemma

Nutrire il pianeta, energia per la vita, questo dovrebbe essere il tema principale sul quale si sviluppa l’evento più aspettato negli ultimi anni, l’Expo di Milano, una grande occasione di scambio e di commercio per il nostro paese, sulla base di ciò che sappiamo fare meglio, il cibo, naturale e nutriente; la sorte ha però stranamente fatto accadere il contrario, infatti partendo dalla scelta degli sponsor, la Coca Cola e il McDonald, continuando con gli errori grammaticali dei cartelli scritti in inglese, gli enormi ritardi nella scelta dei candidati e nell’organizzazione del grande evento, sono risultati in un inizio davvero fallimentare.

Ecco che la nostra grande possibilità sembra trasformarsi in un ennesimo errore, che ci porterà ad ottenere giudizi negativi, o ancor peggio indifferenza, a causa della nostra completa mancanza di integrità con il tema dell’evento e i suoi continui ritardi. Certamente, sembra troppo strano associare l’idea di cibo nutriente a colossi come La Coca Cola o Il magnate degli hamburger, non riesci uno proprio a capire come mai entrambi siano stati scelti come sponsor di una fiera centrata su tutt’altro. La selezione dei candidati e stata messa in mano all’agenzia menspower, che dispiace dire, non sia stata all’altezza della situazione nel creare una candidatura semplice e accessibile da tablet e smartphone. Ritardi, errori e sponsor senza senso, hanno reso questo Expo un evento che rischia di essere deriso, e ci stiamo probabilmente bruciando la nostra possibilità di portare luce sul nostro meraviglioso paese.

Molti giornali esteri non hanno nemmeno trattato il tema, e alcuni solo citando la manifestazione con un solo articolo, quindi sembra essere andata inosservata, anche se non è difficile pensare che anche noi non sappiamo altrettanto dell’Expo precedente e di quello futuro, o che nel prossimo l’energia sostenibile sarà la protagonista, insomma. Il discorso è che questo Expo, è per noi una grande possibilità di rivincita e di vetrina, attireremo moltissimi turisti, milioni di persone arriveranno a questo evento, e altrettanti italiani lo visiteranno, e si tratta in realtà di vendere ciò che abbiamo da sempre, il buon cibo, senza la necessità di dover ricorrere a sponsor che sono l’espressione do cibo spazzatura, per intenderci. Sarebbe come pubblicizzare un evento per gli animali, sponsorizzato da dei cacciatori, che senso ha? E noi abbiamo fatto la stessa cosa.

La brutta figura

Diciamo che siamo abituati ad una qualità di cibo che veramente in molti luoghi al mondo, si sogna, e per questo il nostro standard è già alto di suo fortunatamente, se i turisti chiederanno buon cibo sicuramente hanno trovato il posto giusto.

Ma tutto questo, purtroppo, non c’entra nulla con il motivo dell’Expo e della sua creazione, per non parlare della nostra grande possibilità; sembra che al contrario ci possiamo definire solo in un modo, incoerenti, verso noi stessi per prima cosa, e quindi ci auguriamo davvero che tutto finisca nel migliore dei modi, e che questa grande possibilità non si trasformi in un esperimento fallimentare.

Arrivano gli OGM?

Arrivano gli ogm

La commissione Europa avrebbe dato accesso a diversi prodotti OGM, IN Europa, questo è quanto riposta la testata giornalistica del Guardian, che preannuncia un invasione di semi geneticamente modificati, che sarebbero stati approvati dalla nostra commissione. Ma noi ne sapevamo qualcosa? I nostri giornali ne hanno parlato? Non sembra, almeno non ancora, ma sembra che entro fine Maggio 2015, verrà approvata l’introduzione di ben 17 prodotti OGM, e il giornale inglese è riuscito ad ottenere con leggero anticipo, le notizie che riceveremo entro le prossime settimane. Ma noi abbiamo chiesto l’introduzione di questi prodotti nella nostra Europa, i dubbi si ammontano in una piramide di segreto, e che se verrà davvero messo in atto costerà la reazione di movimenti come Greenpeace che si battono per evitare che tutto questo capiti, ed in un certo senso possiamo ben dire che a noi tutto questo fa molta paura.

Il motivo principale dell’introduzione delle sostanze OGM, risale ad un patto che è stato realizzato tra l’Unione Europea e l’America, che prevede un libero scambio tra i due continenti, e questo determinerà anche un incentivo per lo sviluppo biotech in Europa. Rischiamo quindi d fare accedere nella nostra Unione Europea mais e barbabietola modificata, e ci chiediamo se qualcuno è al corrente del motivo per il quale in Italia, per esempio, tutto questo, per fortuna, non è ancora realizzabile. Fortunatamente la nostra madre patria ha detto no a questo tipi di culture, e speriamo di resistere per sempre; ora io fatto che non li possiamo coltivare non significa che non possiamo comprarli già fatti in questo modo, e bisogna stare attenti a questa sottile ma importantissima differenza.

Rischiamo quindi di mangiare posso tesso, prodotti modificati, che magari vengono da un altra nazione Europea, ma speriamo anche che tutto questo venga notificato negli ingredienti, è giusto che ci venga data la possibilità di scegliere quello che mangiamo. Se l’Agenzia Europea per la Sicurezza del Cibo, dovesse asserire che i prodotti modificati non sono dannosi per la salute, ad un paese serviranno altre motivazioni per evitare che venga fatto crescere sul suo suolo., è tutto questo non sembra assolutamente confortante.

OGM SI oppure OGM NO?

Noi forse non ne sappiamo moltissimo su questo argomento, ma se pensiamo a qualcosa mi innaturale e lo associamo al cibo, fa sempre uno strano senso, soprattutto per noi italiani e per il cibo; mentre dall’altra parte i sostenitori della biotech sono sicuri che per quanto si possano trovare espedienti, i semi modificati, non rappresentano un pericolo per la nostra salute.

I sostenitori invece pensano che tutti in natura hanno un compito ben preciso, perfino i parassiti, per cui creare dei prodotti che resistono ai parassiti naturali non è forse la miniera migliore per considerare il panorama della natura, fine a se stesso, senza considerare di cosa abbiamo bisogno noi esseri umani, indipendente da come sia stata creata la natura. I Frankenstein del cibo insomma, ecco cosa vogliamo cercare di portare sulle nostre tavole, e quindi dovremmo probabilmente riconsiderare il tutto.